Guarire dal cancro naturalmente grazie al fungo Chaga

17 Dic

L’azione fitoterapica del fungo Chaga è talmente potente, che quando il premio Nobel russo Aleksandr Solzhenitsyn ne scoprì le caratteristiche negli anni ‘50, l’allora Unione Sovietica URSS preferì nascondere il segreto sperando di poterlo utilizzare per produrre dei super-soldati. ChagaIl fungo Chaga, che cresce sulla corteccia delle betulle Siberiane e Nordamericane, è infatti ricchissimo di sostanze nutrienti e potenzianti, che migliorano il benessere fisico e psichico di chi ne fa consumo abituale. Diverse ricerche scientifiche ne hanno dimostrato le capacità adattogene, in grado cioè di aiutare l’organismo ad adattarsi agli stress esterni sia mentali che fisici. Perfetto per i fumatori, i malati di patologie croniche come artrite, diabete, malattie cardiovascolari, e anche solo per chi conduce una vita stressata in un ambiente inquinato come quello urbano, il Chaga combatte l’azione ossidante dei radicali liberi e stimola l’organismo ad affrontare adeguatamente gli stress preservando il suo stato di salute ottimale. Considerato per queste ragioni uno straordinario agente anti-invecchiamento, il Chaga è stato dimostrato possedere un’incredibile attività antitumorale in diversi studi clinici di laboratorio. Il Chaga è infatti in grado di aggredire in modo selettivo le cellule cancerose “impazzite” senza risultare in alcun modo tossico nei confronti di quelle sane, ed è infatti oggi oggetto di ricerca per la produzione di nuovi farmaci antiblastici per la lotta contro il cancro ed i tumori. Il Chaga è un superfood che può essere consumato sotto forma di polvere o di concentrato, e può essere aggiunto ai frullati, oppure bevuto come tè o infuso. I siberiani che da millenni ne fanno consumo abituale infatti, pare che siano resistenti ad ogni tipo di infezione (grazie alle sue proprietà immunostimolanti), e che in quelle regioni il cancro sia una patologia così sconosciuta che non esisterebbe nemmeno una parola che la definisca specificamente!

Articolo a cura di: Dr. Claudio Butticè